Si è spenta a Milano, ospedale San Paolo, nel reparto di oncologia, la poetessa Alda Merini. La rappresentante della scena culturale del Novecento italiano aveva 78 anni. Alda Merini era in cura da anni nel nosocomio. Ritenuta la più grande poetessa vivente, la Merini ha lasciato al mondo un grande patrimonio culturale. Di lei sarà ricordato il carattere originale, estroso, fuori dagli schemi, oltre alla vastissima produzione poetica.
"Il suo atteggiamento e la sua sensibilità - si legge in un comunicato dell'ospedale milanese - hanno lasciato un profondo ricordo negli operatori sanitari del reparto di cura di Oncologia e cure palliative al quale si è rivolta nella consapevolezza di un supporto al disagio fisico e psicologico che la malattia le ha riservato nell'ultimo periodo della sua esistenza".
Alda Merini era nata a Milano il 21 marzo 1931 e inizò a comporre le prime liriche giovanissima, a 16 anni. Il suo primo incontro con il mondo letterario avvenne quando Silvana Rovelli, cugina di Ada Negri, sottopose alcune delle sue poesie ad Angelo Romanò che, a sua volta, le fece leggere a Giacinto Spagnoletti, considerato lo scopritore della poetessa.
"Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare colore. Mi piace cambiare di misura" aveva scelto questi versi per definirsi "la poetessa degli esclusi". Poetessa prolifica e ispirata, la sua produzione s'interrompe per un ventennio nel silenzio della clinica psichiatrica milanese "Paolo Pini", di cui è ospite dal '61 al '72.
Quando riprende a scrivere, i suoi versi sono intrisi della solitudine, a tratti disperata, di un microcosmo fatto di regole ferree e orari cadenzati. Il manicomio segna per sempre la sua esistenza e la sua opera in modo drammatico e sconvolgente; sovverte il suo universo e il ritmo cadenzato dei versi e della prosa di grande intensità. La sofferenza angosciosa, la nostalgia per le figlie, gli incubi dovuti alle pesanti terapie, il "buio dentro" tornano sempre, anche quando il Pini diventa il passato, e il presente torna a essere il suo appartamento lungo gli adorati Navigli milanesi. E' qui che i molti inferni della sua vita la portano a trascorrere una vecchiaia in estrema indigenza.
Nel 1953 pubblica la prima raccolta di poesie "La presenza di Orfeo", che ebbe subito un grande successo di critica. Il suo capolavoro è però considerato "La Terra Santa" che le è valso, nel 1993, il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia. Altre sue raccolte di versi sono "Testamento", "Vuoto d'amore", "Ballate non pagate", "Fiore di poesia 1951-1997", "Superba è la notte", "L'anima innamorata", "Corpo d'amore", "Un incontro con Gesù", "Magnificat. Un incontro con Maria", "La carne degli Angeli", "Piu' bella della poesia è stata la mia vita", "Clinica dell'abbandono" e "Folle, folle, folle d'amore per te. Poesie per giovani innamorati".
Nella sua carriera artistica, Alda Merini si è cimentata anche con la prosa da "L'altra verità. Diario di una diversa" a "Delirio amoroso", a "La pazza della porta accanto" (con il quale vinse il Premio Latina 1995 e fu finalista al Premio Rapallo 1996),
Nel 1996 era stata proposta per il Premio Nobel per la Letteratura dall'Academie Francaise e ha vinto il Premio Viareggio. Nel 1997 le è stato assegnato il Premio Procida-Elsa Morante e nel 1999 il Premio della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Settore Poesia.
segue: LA BIOGRAFIA DI ALDA MERINI:
Alda Merini, poetessa milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 21 marzo 1931.
Minore di tre fratelli, le condizioni della famiglia sono modeste. Alda frequenta le scuole professionali all'Istituto "Laura Solera Mantegazza"; chiede di essere ammessa presso il liceo Manzoni, ma - sembra incredibile - non supera la prova di italiano. In questi anni dedica molto tempo anche allo studio del pianoforte.
Spinta da Giacinto Spagnoletti, suo vero scopritore, esordisce come autrice alla tenera età di quindici anni. Spagnoletti sarà il primo a pubblicare un suo lavoro, nel 1950: nella "Antologia della poesia italiana 1909-1949" compaiono le sue poesie "Il gobbo" e "Luce".
Nel 1947 incontra quelle che definirà come "prime ombre della sua mente": viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno.
Nel 1951, anche su suggerimento di Eugenio Montale, l'editore Scheiwiller stampa due poesie inedite di Alda Merini in "Poetesse del Novecento".
In questo periodo frequenta per interesse di lavoro ma anche per amicizia Salvatore Quasimodo.
Sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, nel 1953. Esce poi il primo volume di versi intitolato "La presenza di Orfeo". Due anni dopo publica "Nozze Romane" e "Paura di Dio". Sempre nel 1955 nasce la primogenita Emanuela: al medico pediatra dedica la raccolta "Tu sei Pietro" (pubblicata nel 1961).
La poetessa inizia poi un triste periodo di silenzio e di isolamento: viene internata al "Paolo Pini" fino al 1972, periodo durante il quale non manca comunque di tornare in famiglia, e durante il quale nascono altri tre figli.
Dopo alternati periodi di salute e malattia, che durano fino al 1979, la Merini torna a scrivere; lo fa con testi intensi e drammatici che raccontano le sue sconvolgenti esperienze al manicomio. I testi sono raccolti in "La Terra Santa", pubblicato da Vanni Scheiwiller nel 1984.
Nel 1981 muore il marito e, rimasta sola, la Merini dà in affitto una camera della sua abitazione al pittore Charles; inizia a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato numerosi apprezzamenti sui suoi lavori.
I due si sposano nel 1983: Alda si trasferisce a Taranto dove rimarrà tre anni. In questi anni scrive le venti "poesie-ritratti" de "La gazza ladra" (1985) oltre ad alcuni testi per il marito. A Taranto porta a termine anche "L'altra verità. Diario di una diversa", suo primo libro in prosa.
Dopo aver nuovamente sperimentato gli orrori del manicomio, questa volta a Taranto, torna a Milano nel 1986: si mette in terapia con la dottoressa Marcella Rizzo alla quale dedicherà più di un lavoro.
Dal punto di vista letterario questi sono anni molto produttivi: naturale conseguenza è anche la conquista di una nuova serenità.
Negli anni, diverse pubblicazioni consolideranno il ritorno sulla scena letteraria della scrittrice.
Nel 1993 riceve il Premio Librex-Guggenheim "Eugenio Montale" per la Poesia, come altri grandi letterati contemporanei prima di lei, tra i quali Giorgio Caproni, Attilio Bertolucci, Mario Luzi, Andrea Zanzotto, Franco Fortini.
Nel 1996 le viene assegnato il "Premio Viareggio" per il volume "La vita facile"; l'anno seguente riceve il "Premio Procida-Elsa Morante".
Nel 2002 viene pubblicato da Salani un piccolo volume dal titolo "Folle, folle, folle d'amore per te", con un pensiero di Roberto Vecchioni il quale nel 1999 aveva scritto "Canzone per Alda Merini".
Nel 2003 la "Einaudi Stile Libero" pubblica un cofanetto con videocassetta e testo dal titolo "Più bella della poesia è stata la mia vita".
Nel febbraio del 2004 Alda Merini viene ricoverata all'Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Un amico della scrittrice chiede aiuto economico con un appello che le farà ricevere da tutta Italia, e-mail a suo sostegno. La scrittrice ritornerà successivamente nella sua casa di Porta Ticinese.
Nel 2004 esce un disco che contiene undici brani cantati da Milva tratti dalle poesie di Alda Merini.
Il suo ultimo lavoro è datato 2006: Alda Merini si avvicina al genere noir con "La nera novella" (Rizzoli).