Terremoto tra i piu' devastanti della storia. COSA RESTA DI HAITI? (video)


Sono drammatiche le testimonianze che arrivano da Haiti, dopo il terremoto di magnitudo 7 che ha devastato l'isola. «Si sentono dalle macerie le grida di aiuto di chi è rimasto sotto e i parenti sono impazienti. Si disperano. Mancano le luci per illuminare la scena e continuare a scavare di notte. Non possiamo che attendere la mattina, ma questa notte è veramente nera per tutti noi» racconta, via chat su Skype, Fiammetta Cappellini rappresentante dell'Avsi, una ong italiana, che si trova a Port-Au-Prince. Dopo la scossa «le strade si sono rivelate una trappola. Io sono rimasta bloccata per ore» nell'auto, continua la Cappellini. L'operatrice riferisce che molti edifici importanti della città «sono scomparsi». «Nel nostro ospedale arriva moltissima gente disperata, feriti senza braccia e senza mani» è la testimonianza, raccolta dall'Ansa, di padre Gianfranco Lovera, missionario camilliano che insieme ad altri due confratelli italiani - tutti in buone condizioni di salute - e a tre suore, gestisce una missione a Port-au-Prince, epicentro del sisma che ieri ha devastato Haiti. «La gente è disperata» aggiunge il missionario.


«CI SONO FERITI OGNI DUE PASSI» - «Ci sono feriti ogni due passi» dice Carel Pedre, giornalista della Radio 1 di Haiti, contattato dal sito internet del settimanale francese Le Nouvel Observateur. «Ero a Port-au-Prince, quando ho sentito la scossa stavo guidando la mia auto. All'inizio pensavo che mi avessero investito», racconta il giornalista, descrivendo la situazione nel Paese.«Abitazioni distrutte, un ferito ogni due passi. Posso dire di aver visto almeno 500 feriti. Il Paese intero è colpito. Le persone meno toccate sono quelle che erano nella loro automobile o per strada, lontano dagli edifici». «In questo momento non so nemmeno dove si trovino mia madre e mio fratello - dice ancor Carel Pedre -. I mezzi di comunicazione sono fortemente disturbati, la maggior parte delle persone non riesce ad entrare in contatto con gli altri. È dunque impossibile stabilire il numero dei dispersi». «È un enorme disastro, abbiamo bisogno di aiuto», aggiunge Pedre. I cadaveri sono ancora riversi nelle strade di Port-au-Prince, mentre le autorità restano assenti: denuncia il giornalista e conduttore radio tra i più famosi di Haiti, contattato telefonicamente dall'Ansa. «Sto girando nelle strade della capitale - ha detto Pedre -. I cadaveri sono ancora lì per terra. Le autorità non hanno diramato nessun annuncio. Nè io ho visto agenti o militari impegnati nei soccorsi». «Qui c'è la distruzione totale, ora mi sposterò in periferia, voglio vedere come stanno le cose lì», conclude Pedre, che informa i suoi concittadini di quanto accade in tempo reale tramite il social network Twitter.



«LE ONDE SI PORTAVANO VIA I MORTI» - «Subito dopo il terremoto onde gigantesche si sono abbattute su spiagge e strade e si portavano via i morti tra le macerie. Alcune strutture dei palazzi presidenziali e del Parlamento sono crollate. Ci sono cadaveri dappertutto» racconta Cristina Iampieri, un avvocato italiano, che lavora all'Onu a Port-au-Prince. Subito dopo il terremoto l'avvocato ha chiamato una sua amica haitiana che vive a Roma. La comunicazione è durata pochi secondi, poi il cellulare satellitare di Cristina ha interrotto la ricezione. «Lavoro con le Nazioni Unite, siamo qui con la mia famiglia, non ero alla sede dell'Onu, casa mia è in piedi. Siamo isolati, non abbiamo nessuna possibilità di comunicare per telefono», dice Cristina Iampieri, ad Haiti per difendere una persona accusata di omicidio.


«DISTRUZIONE INDESCRIVIBILE» - «In migliaia abbiamo dormito all'aperto stanotte. Dormito? Si fa per dire. Con la luce del giorno abbiamo scoperto una distruzione indescrivibile»: è il testo di uno dei primi comunicati della stampa haitiana all'indomani della catastrofe che ha colpito l'isola, pubblicato sul sito Haitipressnetwork. «Le vittime sono numerose. I principali edifici della capitale sono crollati - continua il resoconto -. La cattedrale di Port-au-Prince, il palazzo presidenziale, gli uffici pubblici sono in ginocchio. Sono stati distrutti anche molti edifici scolastici, e centinaia di studenti e docenti sono intrappolati sotto le macerie». «La città è morta, una parte di Haiti è stata distrutta. Ad accrescere l'angoscia il fatto che da ieri le comunicazioni non vanno più».



«LA SCOSSA È STATA TERRIBILE» - Parla di morte e desolazione un testimone italiano del terremoto che ha sconvolto Haiti. Raggiunto da Radio Popolare Network, Maurizio Barcaro, un cooperante italiano della «A,B,C, solidarietà e pace - Onlus» che opera a Port-au-Prince, ha reso una testimonianza drammatica: «La scossa è stata terribile. L’edificio ha retto per fortuna. Non è crollato. Era pieno di studenti, che sono scappati fuori, salvandosi. Non così è stato per un anziano che si trovava all’interno di uno struttura accanto alla nostra. È morto. Attorno a noi, solo morte e desolazione. Le persone sono tutte per strada. Anche noi, con un lenzuolo, stiamo seduti o stesi sul terreno racconta ancora l’uomo in attesa di aiuti».


«LA CITTÀ È A TERRA» - «Siamo a terra» racconta il missionario francese, padre Andrè Siohan in un messaggio di posta elettronica indirizzata da Port-au-Prince all'agenzia Misna. «Sono stato in centro città stamani per visitare le comunità religiose amiche: la zona è totalmente devastata e ci sono migliaia di vittime. È terribile. Tutti noi stiamo bene, ma siamo senza notizie di alcuni nostri seminaristi. Qualcuno è ferito, forse qualcuno è morto. Pregate per noi», scrive ancora il missionario, che riesce a comunicare soltanto grazie a un sistema satellitare. La Misna ha poi raggiunto per telefono in Francia un confratello di padre Siohan, Pierre Le Beller, tornato in Francia dopo circa trent'anni di lavoro in Haiti, il quale ha riferito che al momento ciò che più si teme è un'emergenza feriti, il cui numero, seppure ancora da quantificare, si preannuncia altissimo. Nel Paese caraibico, già tra i più poveri della zona, le poche strutture sanitarie sono state quasi completamente distrutte.


«PAESE NEL CAOS» - «Abbiamo lasciato un paese nel caos». I passeggeri dell'ultimo volo Usa a lasciare Port-au-Prince sono giunti a Miami raccontando storie di orrore. «La gente piangeva ed urlava nelle strade - ha raccontato un passeggero haitiano appena giunto in Florida - Io pensavo che l'edificio dove stavo fosse stato colpito da qualcosa, perché ha cominciato a tremare, ma si trattava del terremoto». I passeggeri del volo American Airlines hanno detto che l'aeroporto di Port-au-Prince è in cattive condizioni. «Gli edifici dell'aeroporto sono stati gravemente danneggiati - ha raccontato un passeggero - i danni erano visibili anche dal nostro aereo» (guarda il video).






MEDICI SENZA FRONTIERE - A causa del terremoto, le equipe di Medici Senza Frontiere (Msf) ad Haiti hanno constatato «danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti» (ascolta l'audio). «È una catastrofe di dimensioni immani. Le nostre strutture, anche quelle più resistenti e a prova sismica, hanno subito gravissimi danni» è la testimonianza di Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Francesca Rava - Nph Italia Onlus, impegnata negli aiuti all'infanzia nei paesi più poveri e che ha ad Haiti alcune strutture, tra le quali un orfanotrofio e un ospedale. «Il nostro ospedale - ha spiegato - è l'unico pediatrico sull'isola. Ha subito gravi danni: la struttura è stata evacuata e i bambini sono tutti salvi» 


*FONTE: CORRIERE DELLA SERA*





L'intensità della scossa che ha devastato Port-Au-Prince è stata di 7,3 gradi sulla scala Richter, uno dei più alti da quando si è iniziato a registare la forza dei terremoti.


La situazione nell'isola caraibica, man mano che passano le ore, sembra sempre più disperata. Collegamentii e comunicazioni bloccate. Soccorsi che non arrivano. E la gente scava tra le macerie con le mani alla ricerca di parenti e amici


QUI SOTTO, IL VIDEO DA SKY TG 24






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