GOVERNO: Contrasti Berluconi/Fini, Napolitano/Berlusconi... sarà ROTTURA?

E' in corso in questi ultimi minuti una fase di grande tensione tra le principali cariche politiche del nostro Paese.
Vi riportiamo la notizia ANSA che è stata appena diffusa:

"Profondo rammarico e preoccupazione" del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per "le espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla Costituzione italiana", sono espresse in una nota del Quirinale, in cui si auspica "leale collaborazione" e lo spirito di "condivisione", auspicato "concordemente" dal Senato pochi giorni fa con le mozioni sulle riforme istituzionali.

Con queste parole Napolitano interviene, dopo le parole dette al congresso del Ppe da Berlusconi, secondo il quale in Italia c'e' la sovranita' dei giudici e la Corte Costituzionale e' "organo politico". Parole che hanno suscitato l'immediata reazione di Gianfranco Fini, il quale ha chiesto al premier di precisare meglio davanti ai delegati del Ppe. Berlusconi ha successivamente risposto che "non c'è niente da chiarire: sono stanco delle ipocrisie, tutto qua...".

Il presidente della Camera "non condivide" le parole dette da Silvio Berlusconi sulla Corte Costituzionale e sui giudici nell'intervento al congresso del Ppe. E lo invita a "precisare meglio" il suo pensiero ai delegati del Partito Popolare Europeo per "non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo".

"La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici", aveva detto Berlusconi davanti ai delegati del Ppe. "In Italia succede un fatto particolare cui dobbiamo rimediare": il Parlamento "fa le leggi ma se non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale" e la Corte "abroga la legge" in quanto da "organo di garanzia" si è trasformato in "organo politico". La maggioranza, ha quindi ribadito Berlusconi, "sta lavorando per cambiare situazione anche attraverso una riforma della Costituzione". Secondo Berlusconi tale composizione della Consulta è determinato anche dal fatto che ci sono stati tre presidenti della Repubblica di sinistra. "La sinistra è allo sbando e cerca di avere ragione di me attraverso i processi", accusa Berlusconi.

Insorge l'opposizione. "Berlusconi sta stracciando la Costituzione, prima riducendo il Parlamento a servizio privato ora volendo eliminare la Consulta. Se non è fascismo, cosa ci vuole, l'olio di ricino?", dice il leader Idv Antonio Di Pietro. "Il vaso è colmo. Il premier usa un linguaggio eversivo", ha affermato Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria PdCI - Federazione della sinistra. "La deriva populista è sempre più evidente, ormai parla come un caudillo sudamericano", afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. "Berlusconi ha le palle ed è l'unico che non si preoccupa della giustizia", è il commento del leader della Lega Nord Umberto Bossi.

"Oggi abbiamo un motivo in più per andare in piazza perché queste frasi sconsiderate provano che Berlusconi dal suo punto di vista vuole coprire il grande tema economico e sociale. Con le 'Mille piazze' diremo la nostra sia sul versante della democrazia sia su quello economico e sociale". Così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani lancia la mobilitazione di piazza che vedrà impegnato nei prossimi giorni il Pd. "Ancora una volta - afferma Bersani - oggi abbiamo la conferma che non riusciamo a discutere dei veri problemi del paese perché siamo sempre attorno ai suoi problemi. Il presidente Napolitano ha pronunciato parole sagge e ferme. Se il presidente è preoccupato anch'io lo sono ma credo che l'Italia abbia la forza di difendere la Costituzione, di rinnovarla ma di difenderla. Berlusconi sbaglia i suoi calcoli".

"Il presidente Berlusconi ha detto nient'altro che la verità sul funzionamento della Corte Costituzionale. Invece c'é da chiedersi perché, quando viene attaccata un'istituzione votata dalla maggioranza degli italiani come il Presidente del Consiglio, nessuno esca in sua difesa", replica Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.




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