"MANIFESTO PER TE, PER TUTTI"


“Ogni vero uomo deve sentire sulla propria guancia lo schiaffo dato a qualunque altro uomo”.
Questa è una frase di Ernesto Che Guevara, una frase che deve far riflettere perché la sua non applicazione è alla base di molti problemi che affligono l’ umanità, primo fra tutti il razzismo.
Molti di noi hanno dimenticato che cosa sia la compassione, che cosa significhi immedesimarsi nell’ altro fino a perdere la propria identità per capire davvero chi è, cosa prova, da cosa dipendono i suoi comportamenti.
L’ Italia sta vivendo un brutto periodo su molti fronti: il diffuso sentimento di mancanza di libertà di stampa, l’ omofobia e la xenofobia. Esistono partiti politici che, senza vergogna, acquisiscono i loro consensi fomentando l’ odio verso il ‘diverso’ , sia esso omosessuale o di colore. A cosa può portare tutto questo?
Se lo domandano le oltre 200.000 persone che sabato scorso hanno invaso Roma per prendere parte alla manifestazione contro il razzismo che ha visto coinvolti uomini, donne e bambini provenienti da tutta la penisola,persone di etnie differenti ma con un unico obiettivo: urlare al mondo che non esistono diversità. Presenti anche rappresentanti di partiti politici (tra i quali il segretario del PD Dario Franceschini, Il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, il segretario di rifondazione comunista Ferrero e un esponente dell’ Idv Stefano Pedica)
Più di 500 associazioni (tra cui la cgil). Per quanto riguarda la destra italiana che continua a dirsi né omofoba né xenofoba, si è ripetuto lo stesso copione già visto in occasione della manifestazione contro l’ omofobia: nessuna presenza.
Il mondo è bello grazie a tutti i colori che lo compongono, le guerre tra poveri sulle quali si sta facendo leva, non faranno altro che indebolire questo nostro paese già così in crisi.
Inevitabilmente questa manifestazione non può non sviluppare sentimenti contrastanti: la gioia nel realizzare che in Italia ci sono ancora persone di buon senso, e non sono poche; e la vergogna di appartenere ad uno stato in cui è ancora necessario scendere in piazza per rivendicare diritti così inalienabili e fondamentali. Alle soglie del 2010 è ancora necessario manifestare , perché esistono troppi individui che non reputano il razzismo una barbarie: questo dimostra quanto il nostro bel paese sia molto arretrato in temi di diritti. L’ uomo più potente del mondo si chiama Barack Hussein Obama ed è vissuto per la maggior parte della sua vita in Indonesia. In Italia i politici di colore si contano sulle dita di mezza mano. E’ importante rifletterci.
E’ doveroso, riportando un’ occasione come quella del 17 ottobre , ricordare tutti coloro che hanno perso la vita anche a causa di una politica omicida e della nostra indifferenza. A tutti coloro, uomini, donne e bambini le cui speranze sono diventate un incubo e i cui corpi si trovano sul fondo del canale di Sicilia.
La rabbia, l’ odio, la cattiveria creano una spirale che non finirà mai: l’ odio richiama odio.
Bertold Brecht (anche se la paternità di questa poesia è dibattuta) insegna e deve farci meditare:
"Prima essi attaccarono l’opposizione, ma Io non ero all’opposizione, così non li difesi.sì non li difesi.sì non li difesi.sì non li difesi. Poi essi attaccarono gli ebrei, ma Io non ero ebreo, così non li difesi. Poi essi attaccarono gli studenti militanti, ma Io non ero uno studente militante, così non li difesi. Poi essi attaccarono i sindacati, ma Io non ero un militante sindacale, così non li difesi. Poi essi attaccarono gli insegnanti e gli intellettuali, ma Io non ero uno di loro, così non li difesi. Poi, quando essi attaccarono me, non era rimasto più nessuno a difendermi. "