Rimpatrio e Libia: infamia e costi

Potete essere d’ accordo o meno sull’ infamia del rimpatrio di persone che fuggono da situazioni estremamente pericolose, dalla guerra e dalla tortura. Se credete che il rimpatrio sia giusto forse vi farà meno piacere quando verrete a conoscenza dei soldi che vengono impiegati per tale operazione.
Prendiamo ad esempio Crotone: si trova fuori dalle rotte internazionali, i voli di rimpatrio partono da Roma e la prefettura, anche a causa dei tagli alle forze dell’ ordine (alla faccia della sicurezza), con difficoltà riesce a mettere a disposizione i propri uomini affinché fungano da scorta ai futuri rimpatriati.
“In base ai dati forniti a Redattore Sociale dall’Ufficio immigrazione della Questura, per rimpatriare 32 persone sono stati spesi 500.000 euro, che significa più di 15.000 euro per ogni espulsione” (Fonte: Fortress Europe, osservatorio sulle vittime dell’ emigrazione).
Da febbraio a luglio sono uscite dal Centro di identificazione e di espulsione (Cie) di Crotone 320 persone e solo 32 sono state rimpatriate, dunque il 10%. Questo ci rincuora sia dal punto di vista umanitario, sia dal punto di vista economico. “ Adesso veniamo ai costi. La Prefettura di Crotone versa all’ente gestore (Misericordia) circa 26 euro al giorno per ogni ospite trattenuto presso il Cie. Pertanto la detenzione di 320 persone per 60 giorni è costata 499.200 euro. Ed è una cifra approssimata per difetto. Perché non tiene conto né delle spese processuali delle 320 udienze di convalida del trattenimento (avvocati d’ufficio compresi), né delle spese del personale di polizia impiegato nei controlli dei documenti sul territorio, né delle missioni delle scorte di polizia per i 32 rimpatriati”. (Fortress Europe)
Adesso c’è da porsi una semplice domanda: vale davvero la pena spendere tutti questi soldi per far tornare persone disperate a morire nei loro paesi nelle peggiori condizioni? Non sarebbe una soluzione migliore per tutti impiegare quel denaro (e forse ne basterebbe anche meno dato che qui parliamo solo di Crotone e non dei Cie di tutta Italia) per finanziare politiche e progetti di integrazione?
Proprio qualche giorno fa Fortress Europe parlò dell’ uscita del documentario “COME UN UOMO SULLA TERRA” il film shock pluripremiato in tutta Europa che svela le atrocità alle quali sono sottoposti coloro che vengono spediti in Libia. Donne, uomini e bambini costretti a sopportare le barbarie più atroci.Un film che infastidisce perché non permette di difendersi dicendo “non sapevo”. Ora tutti possono sapere cosa accade in Libia con la complicità dello stato italiano e tutti devono avere il coraggio di dissentire.
In un unico cofanetto, il film di Andrea Segre, Dagmawi Yimer e Riccardo Biadene e il libro dell'Archivio delle Memorie Migranti a cura di Marco Carsetti e Alessandro Triulzi, con una prefazione di Ascanio Celestini. Il dvd, curato da Stefano Collizzolli di ZaLab, contiene inoltre 50 minuti di inediti contenuti speciali, comprendenti un cortometraggio di Dagmawi Yimer, una fotogalleria di Gabriele Del Grande e un estratto dell'audiodocumentario "Noi difendiamo l'Europa!" di Roman Herzog, frutto entrambi di un'inchiesta svolta all'interno dei centri di detenzione in Libia nel novembre 2008. (fonte Fortress Europe). Vederlo fa soffrire, ma è un dovere.


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