I NUOVI POVERI: I PAPÀ SEPARATI

La Caritas è stata la prima ad accorgersi e a segnalare una nuova categoria di poveri che affollano le mense: si tratta di papà separati o divorziati costretti a lasciare l’abitazione principale (che nella maggior parte dei casi viene assegnata al coniuge affidatario dei figli) e a versare l’assegno di mantenimento.
Alcuni di loro, cassintegrati, percepiscono uno stipendio ridotto, ma per legge devono comunque garantire alla moglie un tenore di vita simile a quello del matrimonio.
Tempo fa ci fu il caso limite di un’ ex operaio Fiat di Termoli che aveva perso il posto di lavoro e che, detratto l’assegno divorzile, era costretto a vivere con appena 41 euro mensili.
Molti uomini separati non posso pagare l’affitto di un nuovo alloggio perché devono ancora terminare di pagare il mutuo della casa coniugale, così, sono costretti a dormire in macchina, nei retrobottega o tra i senza tetto. La Caritas stima che solo a Milano i papà separati o divorziati rappresentino il 70% dei nuovi poveri.
Considerando che nell’ultimo decennio in Italia i divorzi sono aumentati del 74% (fotografia dell’Istat del 2005), si tratta di un vero e proprio esercito di disperati. Ombre che vagano tra i centri di accoglienza e le mense dei poveri.
Oltre al dolore di doversi separare dai propri figli, nella stragrande maggioranza dei casi affidati alla madre, anche l’umiliazione di non avere un posto dove poterli ricevere.
Grazie all’interessamento delle associazioni nazionali, della Caritas e degli organi istituzionali preposti, finalmente sono nate le “Case dei papà separati”. Prima a Genova, poi a Bolzano e ora anche a Roma. Si tratta di mini appartamenti dotati di tutti i confort assegnati ai papà che hanno momentanee difficoltà economiche. Un passo importante volto a restituire alla figura paterna quella dignità e quel ruolo chiave fondamentale per l’educazione e la crescita dei figli.

ANGELA CATALINI

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