Stefano Cucchi: Alfano dichiara che fu LUI a rifiutare cure e visite

"Mi aspetto di vedere tutta la documentazione, compresa la firma di Stefano sotto il documento che autorizza i medici a non dare informazioni sulle sue condizioni di salute". Cosi' Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane morto il 22 ottobre scorso per cause in corso di accertamento, replica alle dichiarazioni del Guardasigilli, Angelino Alfano, che in Aula al Senato, ha parlato di una autorizzazione scritta di Stefano Cucchi con la quale il giovane dava disposizioni ai medici di non fornire indicazioni sulle sue condizioni di salute.

Ilaria Cucchi ha annunciato che ci sara' una querela per i medici dell'Ospedale Pertini che hanno seguito il caso per aver rilasciato dichiarazioni "vergognose e diffamanti".

"Stefano - ha detto la giovane al Senato dove ha assistito al dibattito sulla vicenda del fratello - soffriva di epilessia ma non era tossicodipendente. Era uscito dalla droga da tre anni e aveva voglia di vivere". Inoltre, la famiglia, pur ringraziando il Guardasigilli per l'impegno dimostrato, contesta l'altra affermazione, quella relativa a due visite al Pertini.

"Le visite - ha detto Ilaria Cucchi - sono state molte di piu' e abbiamo chiesto invano il permesso di incontrare Stefano". Infine, la famiglia, insieme al parlamentare Stefano Pedica (Idv) ha parlato di una relazione di Alfano che "non corrisponde alla realta' vera", perche' sulle cartelle cliniche ci sono degli orari che non combaciano rispetto a quanto riferito dal ministro". "Ci sono dei vuoti - ha detto Pedica - e una verita' che non e' ancora emersa".

Alfano: Non faremo sconti a nessuno, serve la verita'
Si e' conclusa con una dichiarazione d'intenti molto netta l'informativa del Guardasigilli al Senato sul caso di Stefano Cucchi: "Non faremo sconti a nessuno", perche' "i cittadini, prima di tutti i familiari di Stefano Cucchi, hanno tutto il diritto di sapere la verita'" e i "responsabili devono essere puniti".

Per il resto, Angelino Alfano ha ripercorso per punti quanto gia' anticipato dagli organi di stampa sulla vicenda, aggiungendo un'ulteriore tessera al puzzle: Stefano Cucchi non volle che i medici fornissero ai suoi familiari informazioni sul suo stato di salute. Vi e' infatti un accordo tra Asl di Roma e Tribunale che prevede che i medici non forniscano informazioni alla famiglia senza esplicita autorizzazione della magistratura, ma puo' essere superato dall'autorizzazione del detenuto a farlo.

"Cucchi - ha detto Alfano - nego' questa autorizzazione esplicitamente e per iscritto", quindi i medici non diedero informazioni alla famiglia. Luce anche sulle richieste di colloquio: secondo Alfano, i familiari ne avanzarono due, ma vennero respinte perche' non in possesso dell'autorizzazione della magistratura all'incontro.

Marino (Pd): inchiesta parlamentare
L'ufficio di presidenza della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale ha deciso all'unanimita' nella seduta odierna di aprire un'inchiesta sull'appropriatezza e la qualita' delle cure somministrate a Stefano Cucchi. Nei prossimi giorni verra' stabilita la lista delle persone che saranno chiamate in audizione e gli eventuali sopralluoghi.

"L'obiettivo che si prefigge l'inchiesta - afferma Ignazio Marino, presidente della Commissione - e' di arrivare a stabilire con esattezza se nell'assistenza prestata a Stefano Cucchi vi siano stati degli errori o delle omissioni da parte dei sanitari. La documentazione in nostro possesso mostra alcuni aspetti che necessitano di precisazioni e per questo abbiamo valutato l'esigenza di procedere con una vera e propria inchiesta. Sono certo che dagli approfondimenti che faremo potremo contribuire a chiarire questa vicenda che lascia tutti sgomenti".

*FONTE: SKY NEWS*