Ostia: ennesimo attacco omofobo. Ancora il saluto romano.

Ostia, notte tra venerdì e sabato, un trentenne viene aggredito e massacrato di botte. L’ escalation di violenza continua inevitabilmente.
Il giovane ha incrociato i tre aggressori alla fermata dell’ autobus, come riferisce Il Messaggero, che vedendolo hanno fatto il saluto romano. Poi, sceso dall’ autobus, l’ aggressione: i tre gli si sono scagliati addosso con ferocia provocandogli la frattura del setto nasale, di una costola,ed evidenti danni ad uno zigomo. Lo hanno aggredito urlandogli “frocio comunista”.
Il motivo del gesto è stato probabilmente l’ abbigliamento del giovane, abbigliamento “anticonformista” che lo ha fatto apparire agli occhi dei tre assalitori gay, anche se non lo è: jeans attillati, giacchetta british doppiopetto e ai piedi le “Frankenstein”.
A salvargli la vita la vicinanza del luogo dell’ aggressione al Commissariato di Ostia alla quale Fausto (nome di fantasia adottato da Il Messaggero) è riuscito a recarsi dopo essersi svincolato dai calci degli aguzzini. Con il volto coperto di sangue e il fiato rotto dalla corsa e dal terrore, ha raccontato tutto agli agenti che prima di accompagnarlo all’ ospedale, si sono recati con lui nel luogo dell’ aggressione dove Fausto ha potuto recuperare il telefonino, il portafogli e gli occhiali.
Fausto non è gay, ma i suoi assalitori credevano il contrario e lo hanno attaccato con rabbia tale che egli ha pensato che lo avrebbero ucciso.
Ennesimo caso di offensiva a sfondo omofobo, ennesimo caso svoltosi a Roma e dintorni, ennesimo caso di saluto romano.
Si vuole continuare a fare finta di niente? Si vuole continuare a non condannare in maniera netta e forte gesti così sconsiderati? Per quanto ancora sentiremo dire che l’ omofobia non esiste e che queste non sono aggressioni a sfondo politico?
Tutti sembrano dimenticare l’ apologia del fascismo (disposta dalla legge n. 645, meglio conosciuta come “Legge Scelba”) che in Italia costituisce reato.
Mi si potrà forse obbiettare che tre persone non sono sufficienti alla ricostituzione del partito fascista. Ma aggressioni ormai all’ ordine del giorno perpetuate ai danni di gay, lesbiche e stranieri, accompagnati dal saluto romano, se non costituiscono reato, devono almeno indurre le persone a riflettere e a preoccuparsi.
Mi concedo un parallelismo, forse errato, forse eccessivo, giusto per ricordare un avvenimento che deve rimanere indelebile nella memoria di tutti noi, come monito: Ostia come sfondo e gli epiteti “frocio, comunista schifoso” e simili, inevitabilmente riconducono a quanto accadde nel 1975, presso l’ idroscalo di Ostia. Era la notte tra il 1 e il 2 novembre e un uomo venne brutalmente ucciso (da quanto recentemente emerso) da un gruppo di persone, proprio urlandogli “frocio comunista”. Quell’ uomo si chiamava Pier Paolo Pasolini, uno degli intellettuali italiani più amati e stimati a livello internazionale.



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le Cosmo Notizie anche in questa pagina.